Fonte:
"Lavoro
infantile”, da wikipedia
Il mondo del lavoro presenta gravi problemi. Uno dei maggiori è, senza dubbio, lo sfruttamente minorile. Il lavoro minorile è un fenomeno che coinvolge i bambini di età compresa fra i 5 e i 15 anni in tutto il pianeta.
Il mondo del lavoro presenta gravi problemi. Uno dei maggiori è, senza dubbio, lo sfruttamente minorile. Il lavoro minorile è un fenomeno che coinvolge i bambini di età compresa fra i 5 e i 15 anni in tutto il pianeta.
In Italia, basta guardarsi un po' intorno per vedere che molti bambini lavorano. Di solito svolgono il loro lavoro in aiuto ai genitori, per esempio nella gestione di bar, ristoranti, distributori di carburante, pizzerie; ma spesso lavorano anche fuori dall'ambito familiare. Un'indagine afferma che in Italia lavorano circa 490.000 minori.
Le aree mondiali principalmente interessate dal lavoro minorile sono, però, i paesi in via di sviluppo o non sviluppati, quali: Asia, Oceania, Europa dell'Est, (soprattutto i paesi dell'estremo est dell'Europa), Africa e America del Sud, ma soprattutto Colombia e Brasile. Nel mondo circa 200 milioni di minori lavorano, spesso a tempo pieno, e sono privati di un’educazione adeguata, una buona salute e del rispetto dei diritti umani fondamentali.
Di
questi, circa 126 milioni ― ovvero 1 ogni 12 bambini al mondo ―
sono esposti a forme di lavoro particolarmente rischiose, che mettono
in pericolo il loro benessere fisico, mentale e morale. Inoltre circa
otto milioni di minori sono sottoposti alle peggiori forme di lavoro
minorile: la schiavitù, il lavoro forzato, lo sfruttamento nel
commercio sessuale, nel traffico di stupefacenti e l’arruolamento
come bambini soldato in milizie.
L'inizio di questa terribile disgrazia fu con l'avvento della rivoluzione industriale, quando il lavoro minorile venne sfruttato su larga scala nelle fabbriche, soprattutto tessili, dove i bambini lavoravano fino a 15 ore al giorno e venivano pagati così poco da non poter comprarsi il cibo.
L'inizio di questa terribile disgrazia fu con l'avvento della rivoluzione industriale, quando il lavoro minorile venne sfruttato su larga scala nelle fabbriche, soprattutto tessili, dove i bambini lavoravano fino a 15 ore al giorno e venivano pagati così poco da non poter comprarsi il cibo.
Il paese più colpito è il Ghana, dove sono sono 750.000 i maschi tra i 5 ed i 14 anni di età che lavorano, mentre le femmine sono 660.000 per un totale di 1.410.000 minori che lavorano.
La
responsabilità del lavoro minorile va attribuita in primo luogo alla
povertà. Le famiglie dedite all’agricoltura, infatti, spesso
non hanno abbastanza soldi per allevare tutta la prole, molti nuclei
familiari sono composti, infatti, da 10 o più bambini, essendo
diffusa la poligamia, così che alcuni bambini finiscono a lavorare
nei campi o vengono venduti ai trafficanti, dato che in questa zona
il commercio di bambini è ritenuta un’attività molto redditizia.
I lavori riservati ai bambini si possono dividere in due categorie: settore produttivo (agricoltura, industria, pesca) e settore urbano. In agricoltura i bambini vengono impiegati nei piccoli orti familiari, oppure dalle multinazionali nelle agricolture di piantagione come braccianti. Nell'industria invece i ragazzi, generalmente fra i 7 e i 15 anni, vengono impiegati per produrre oggetti tessili, per tappeti, per palloni o scarpe.
Un
gravissimo aspetto di questo sfruttamento è la prostituzione
minorile, una forma di schiavitù che si connota come abuso di minori
a scopo sessuale, un fenomeno che sta assumendo i contorni di una
vera e propria piaga a livello mondiale. Ormai in tutti i paesi
dall'Estremo Oriente all’America Latina, all’Europa, la
prostituzione infantile sta toccando livelli allarmanti, coinvolgendo
centinaia di migliaia di bambini e adolescenti, costretti al
commercio sessuale da organizzazioni clandestine che ne gestiscono i
proventi. Le forme di prostituzione infantile sono generalmente due:
lo sfruttamento all'interno delle case chiuse, in cui finiscono i
bambini venduti direttamente dalle loro famiglie e la prostituzione
che avviene in strada, dove bambini e adolescenti vendono prestazioni
sessuali in cambio del minimo indispensabile per sopravvivere.
In
Italia, la prostituzione minorile riguarda in primo luogo i minori
stranieri condotti sul territorio nazionale dalla criminalità
organizzata e bambini o adolescenti, appartenenti a famiglie in
condizioni sociali, economiche e culturali fortemente disagiate, che
utilizzano la prostituzione come strategia di sopravvivenza per sé e
per il proprio nucleo familiare.
Bambini soldato: Il reclutamento e l’utilizzo di bambini soldato sono una delle più pesanti violazioni delle norme che regolano i diritti umani nel mondo. Più di 300.000 minorenni sono impiegati nelle forze armate di tutto il mondo. La maggior parte dei bambini soldato ha un’età compresa fra i 15 e i 18 anni ma ce ne sono anche di 10 e quest’età si sta pericolosamente abbassando sempre più. Il rapporto presentato tempo fa a Maputo (città dell’Africa) parla di 120 mila soldati con meno di 18 anni.
Questo
tipo di sfruttamento avviene soprattutto in Africa e in Asia, ma è
esistente anche in America ed Europa. Negli ultimi 10 anni questo
problema ha interessato 25 paesi, dove è stata registrata la
presenza di bambini soldato; alcuni sparano, altri ancora trasportano
armi e mine. Si registrano anche molti casi di donne e ragazze (in
Etiopia costituiscono il 25 e 30%) che entrano nelle forze armate di
opposizione.
Il
primo tentativo di arginare il problema dello sfruttamento del lavoro
minorile si registra con la Convenzione sull'età minima stilata
dalla Conferenza internazionale del Lavoro del 1919.
Nel 1924 la Quinta Assemblea Generale della Società delle Nazioni
adotta la Convenzione di Ginevra o Dichiarazione dei diritti del
bambino. Il 20 novembre 1989, con l'approvazione da parte dell'ONU
della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, vi è un
tentativo di arginare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro
minorile.
Viene
infatti stabilito che i bambini hanno il diritto "di essere
tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso". Per
fermare lo sfruttamento minorile sono state promosse iniziative come
la promozione di marchi commerciali (Fair Trade) che garantiscano che
un determinato prodotto non sia stato fabbricato utilizzando
manodopera infantile.
Questi
programmi, pur essendo mossi da buone intenzioni, non creano
alternative ai bambini attualmente occupati, che si ritrovano così
costretti a indirizzarsi verso altre attività produttive, nella
maggior parte dei casi più pericolose. Nonostante i numerosi
provvedimenti attuati, i bambini vittime di schiavitù e privati di
una buona infanzia sono ancora molti.
Lavoro
minorile nelle cave:
Nel mondo sono circa un milione i bambini che attualmente lavorano in
cave e miniere. Lo sostiene l’ILO (Organizzazione internazionale
del Lavoro).
Nonostante gli sforzi che vengono fatti in molti paesi per eliminare questa pratica, i bambini minatori sopravvivono ancora in varie parti del mondo; il lavoro minorile è diffuso soprattutto nelle miniere e nelle cave a cielo aperto di piccole dimensione di continenti quali l'Asia, l'Africa e l'America Latina. Qui i bambini lavorano nell'estrazione e nella trasformazione di metalli e minerali, compresi oro, argento, ferro, stagno, smeraldi, carbone, cromo, marmo e pietra.
Il lavoro in miniere e cave mette a rischio la salute, la sicurezza e il futuro dei bambini. Infatti il suolo, l’acqua e l’aria possono essere contaminati da mercurio tossico o da altri metalli pesanti.
Le miniere, mantenute in pessime condizioni rischiano continuamente di crollare. In determinati ambienti rischio delle esplosioni accidentali è costante.
I bambini minatori, infine, sono sottoposti a sforzo fisico eccessivo, ciò causa loro stanchezza cronica, nonché danni alla schiena e ai muscoli.
Nonostante gli sforzi che vengono fatti in molti paesi per eliminare questa pratica, i bambini minatori sopravvivono ancora in varie parti del mondo; il lavoro minorile è diffuso soprattutto nelle miniere e nelle cave a cielo aperto di piccole dimensione di continenti quali l'Asia, l'Africa e l'America Latina. Qui i bambini lavorano nell'estrazione e nella trasformazione di metalli e minerali, compresi oro, argento, ferro, stagno, smeraldi, carbone, cromo, marmo e pietra.
Il lavoro in miniere e cave mette a rischio la salute, la sicurezza e il futuro dei bambini. Infatti il suolo, l’acqua e l’aria possono essere contaminati da mercurio tossico o da altri metalli pesanti.
Le miniere, mantenute in pessime condizioni rischiano continuamente di crollare. In determinati ambienti rischio delle esplosioni accidentali è costante.
I bambini minatori, infine, sono sottoposti a sforzo fisico eccessivo, ciò causa loro stanchezza cronica, nonché danni alla schiena e ai muscoli.
Lavoro
nei paesi sviluppati: sfruttamento minorile
Ebbene sì… Anche in Occidente si può parlare di sfruttamento minorile. Il Governo, infatti, aveva detto che i minori non possono partecipare agli spot televisivi, ma siamo comunque bombardati ogni giorno da Aziende di ogni tipo che utilizzano i bambini per reclamizzare i loro prodotti. Bambi croissant, Barilla gran sugo, Dixan detersivi , Dash detersivi … Questi sono solo alcuni esempi di aziende che UTILIZZANO bambini per pubblicizzare il loro prodotto.
Ebbene sì… Anche in Occidente si può parlare di sfruttamento minorile. Il Governo, infatti, aveva detto che i minori non possono partecipare agli spot televisivi, ma siamo comunque bombardati ogni giorno da Aziende di ogni tipo che utilizzano i bambini per reclamizzare i loro prodotti. Bambi croissant, Barilla gran sugo, Dixan detersivi , Dash detersivi … Questi sono solo alcuni esempi di aziende che UTILIZZANO bambini per pubblicizzare il loro prodotto.
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