IL BLOG DI SOCIOLOGIA DEL LICEO DELLE SCIENZE UMANE FABRIZIO DE ANDRE' DI BRESCIA
domenica 3 novembre 2013
11. LA SOCIALIZZAZIONE: CARATTERISTICHE
- Contenuti e risultati:sviluppiamo le nostre capacità cognitivo-sociali, creiamo il concetto di sé, l'autostima, formiamo le opinioni, gli atteggiamenti, le linee di condotta, le nostre motivazioni: in pratica la socializzazione agisce in modo decisivo sulla formazione della personalità e sul comportamento;inoltre molte delle varie abilità che possediamo, ad esempio: conoscere un linguaggio, vestirsi, la capacità di comunicazione;per concludere: interiorizziamo le varie norme, i valori e le credenze proprie della nostra cultura.
- Meccanismi della socializzazione:le varie motivazioni intrinseche ci spingono a imparare e a mettere in pratica quello che ci insegnano;inoltre entrano in funzione tutti i meccanismi di apprendimento: il condizionamento e gli apprendimenti cognitivi; l'imitazione; l'identificazione.Tutto ciò fa sì che gli individui siano tutti diversi; ma essi sono comunque all'interno di una stessa società e quindi si rassomigliano.
- Durata:la socializzazione dura tutta la vita, anche se la prima fase è quella più importante.
- Differenze sociali:all'interno della società esistono delle differenze legate al sesso, alla classe sociale e all'età.SESSO: i maschi sono orientati alla professione e ai rapporti formali,le femmine agli affetti e alla vita domestica.CLASSE: quella operaia è più formata al rispetto dell' autorità e regole,quella media all'elasticità e all'autonomia.ETA': infanzia: ci sono delle finalità e degli obiettivi di formazione molto ampi:linguaggio, relazionarsi, formazione del sè.......;
- adolescenza:gli individui all'interno di questa fase sono invece orientati a fini particolari: formarsi per trovare un lavoro, ad esempio, oppure a sposarsi;
- adulti:approfondiscono ciò che hanno iniziato nell'adolescenza. In questa fase si bada meno ai formalismi e più alla sostanza delle cose;
- vecchiaia: avviene una rottura con il passato e non c'è un orientamento verso il futuro.
La
società si riproduce nei nuovi nati, formando in loro
conoscenze, abilità e tratti della personalità caratteristici (
diventiamo italiani, perchè ci formano fin da piccoli ad
esserlo: apprendendo l'italiano, imparando a fare le cose alla
nostra maniera, sviluppando aspetti del caratteri tipici della
nostra etnia).
10.LA SOCIALIZZAZIONE
La
socializzazione è un processo di interazione sociale attraverso il
quale gli individui acquistano la loro personalità, apprendono
modelli di comportamento e abilità diverse.
Questo comprende influenze di ogni genere, sia positive che negative. Al contrario dell'educazione, che è pur sempre compresa nella socializzazione, la socializzazione è un concetto neutro poiché non implica un ideale da perseguire.
La
socializzazione è costituita da capacità cognitivo-sociali, dal
concetto di sé, dall'autostima, dalle opinioni e dagli atteggiamenti
che producono la personalità e il comportamento dell' individuo.
Altri contenuti sono il linguaggio, il modo di vestire e la capacità
di comunicare che producono le abilità.
Tutti
cresciamo e viviamo in una società ed è quindi naturale che
l'ambiente sociale rappresenti una parte notevole del nostro mondo.
La
società agisce su di noi attraverso i genitori, gli amici, la
scuola, i mezzi di comunicazione di massa,
ed esercita un potere enorme sulla formazione della nostra
personalità, ma anche delle nostre convinzioni, dei nostri
atteggiamenti, delle nostre decisioni ed azioni.
9. TIPI DI SOCIETA'
Le
varie società si possono classificare secondo l’uso delle
tecnologie
per rapportarsi con l’ambiente naturale.
per rapportarsi con l’ambiente naturale.
Le
società CACCIA E RACCOLTA sono costituite da un numero ristretto
di individui sempre in movimento e liberi sul territorio, hanno
bisogno di ampi spazi, hanno pochi beni, pochi bisogni e pochi
status. La famiglia è l’unica istituzione definita. Questa società
è tipica degli indiani nativi d'America.
Le
società PASTORALI
nascono 10-12000 anni fa
in regioni desertiche o scarsamente agricole. La loro unica tecnologia affidabile e produttiva è la pastorizia. Le persone che vivono in questo tipo di società producono un surplus scambiabile ( cioè un eccedenza di produzione che non consumano, ma possono scambiare con altri gruppi per avere ad esempio oggetti o manufatti o altri tipi di alimenti) e hanno proprietà trasportabili, ma elaborate. Un esempio sono le popolazioni del deserto che vivono in tende e le loro ricchezze sono gioielli e tappeti.
Le società ORTICOLE sono nate 10-12000 anni fa. Le popolazioni sono relativamente stanziali, producono un surplus e hanno un’organizzazione sociale. Vi sono frequenti guerre per il territorio. Tipica di questa società è l’agricoltura itinerante praticata, per esempio, dalle popolazioni della foresta dell’Amazzonia.
in regioni desertiche o scarsamente agricole. La loro unica tecnologia affidabile e produttiva è la pastorizia. Le persone che vivono in questo tipo di società producono un surplus scambiabile ( cioè un eccedenza di produzione che non consumano, ma possono scambiare con altri gruppi per avere ad esempio oggetti o manufatti o altri tipi di alimenti) e hanno proprietà trasportabili, ma elaborate. Un esempio sono le popolazioni del deserto che vivono in tende e le loro ricchezze sono gioielli e tappeti.
Le società ORTICOLE sono nate 10-12000 anni fa. Le popolazioni sono relativamente stanziali, producono un surplus e hanno un’organizzazione sociale. Vi sono frequenti guerre per il territorio. Tipica di questa società è l’agricoltura itinerante praticata, per esempio, dalle popolazioni della foresta dell’Amazzonia.
Le
società AGRICOLE
nascono 6000 anni fa e aumentano la loro produttività grazie
all’utilizzo dell’aratro. Sono costituite da milioni di persone
che si aggregano nelle prime città per avere una possibilità di
lavoro e uno scambio di beni. Un esempio di queste società è quella
dell’ Antico Egitto. Inoltre nascono la moneta e la scrittura.
Le
società INDUSTRIALI si
sviluppano in Inghilterra circa 250 anni fa. Queste hanno grandi
dimensioni (megalopoli) e sono urbanizzate. Utilizzano macchine per
la produzione e sfruttano le fonti di energia. C’è una complessa
divisione della società e, quindi, un maggior divario tra ricchi e
poveri che, a sua volta, può comportare la perdita di istituzioni
tradizionali come la famiglia, la religione… Questo tipo di società
si fonda sulla scienza e sull’istruzione. I problemi principali
sono le guerre e l’inquinamento che è la principale causa di
morte.
8.COMPONENTI DELLA SOCIETA'
La
società è composta da status, ruoli, gruppi e istituzioni.
Lo
status è la posizione che l’individuo occupa nella società e
può essere attribuito, per
nascita, età e il sesso o conseguito,
ovvero determinato da ciò che otteniamo con le nostre capacità e
volontà. Lo status comporta un compito nella società, una
condizione economica, prestigio e potere.
Nelle
società semplici abbiamo la presenza di pochi status (Es: contadino, soldato) e, quindi nel corso della vita di una persona cambiano poco.
Nelle società complesse, invece, ci sono molti status (Es: manager,
operaio, personal trainer) perciò possono cambiare più
frequentemente; ogni persona ha molti status ( padre, fratello,
figlio, nonno, operaio,
Il ruolo è un complesso di azioni che spettano ad un determinato status o compito. È definito da norme obbligatorie (per esempio l’obbligo dell’insegnante di spiegare), facoltative (sempre nel caso dell’insegnante che non ha l’obbligo di essere simpatico, ma dipende dalla sua scelta) e da norme talvolta ambigue (un esempio è il ruolo del genitore che deve essere severo e comprensivo allo stesso tempo). Si parla di conflitto di ruolo quando due o più ruoli sono difficilmente conciliabili, un esempio è la mamma in carriera. C’è la tensione di ruolo quando le aspettative sono contraddittorie: ci si aspetta comportamenti opposti contemporaneamente.
I gruppi sono costituiti da più persone che interagiscono ordinatamente sulla base di aspettative reciproche. In essi si realizza il comportamento. Ad esempio la famiglia o i colleghi di lavoro.
Le istituzioni sono un insieme di valori o norme che si sviluppa per soddisfare un bisogno sociale. Prendono la forma di organizzazioni finalizzate a uno scopo (Es: famiglia, scuola, religione, scienza, sport…). Le istituzioni non si identificano con le persone o i luoghi in cui si sviluppano, sono collegate tra loro a rispecchiare finalità simili e norme simili e il cambiamento di una si ripercuote sulle altre. Le regole in genere sono fissate saldamente.
pensionato)
tuttavia ha uno status più importante detto status chiave, che è in genere l'occupazione lavorativa, a cui facciamo riferimento per
desciverci.
Il ruolo è un complesso di azioni che spettano ad un determinato status o compito. È definito da norme obbligatorie (per esempio l’obbligo dell’insegnante di spiegare), facoltative (sempre nel caso dell’insegnante che non ha l’obbligo di essere simpatico, ma dipende dalla sua scelta) e da norme talvolta ambigue (un esempio è il ruolo del genitore che deve essere severo e comprensivo allo stesso tempo). Si parla di conflitto di ruolo quando due o più ruoli sono difficilmente conciliabili, un esempio è la mamma in carriera. C’è la tensione di ruolo quando le aspettative sono contraddittorie: ci si aspetta comportamenti opposti contemporaneamente.
I gruppi sono costituiti da più persone che interagiscono ordinatamente sulla base di aspettative reciproche. In essi si realizza il comportamento. Ad esempio la famiglia o i colleghi di lavoro.
Le istituzioni sono un insieme di valori o norme che si sviluppa per soddisfare un bisogno sociale. Prendono la forma di organizzazioni finalizzate a uno scopo (Es: famiglia, scuola, religione, scienza, sport…). Le istituzioni non si identificano con le persone o i luoghi in cui si sviluppano, sono collegate tra loro a rispecchiare finalità simili e norme simili e il cambiamento di una si ripercuote sulle altre. Le regole in genere sono fissate saldamente.
In
una società le categorie di persone sono disposte in ordine
gerarchico, questa è chiamata stratificazione sociale. Gli strati si
distinguono l’uno dall’altro per: accesso alle risorse, status,
lo stile di comportamento
(ad esempio il giovane si comporta in un certo modo rispetto agli
adulti) e le occupazioni tipiche (Es: operaio, dirigente...).
7.LA SOCIETA'
La
società è importante perché senza di essa non potremmo
sopravvivere, specialmente il neonato, che ha bisono di cure e
attenzioni. La società in cui viviamo,
inoltre, influisce moltissimo su di noi e condiziona largamente la
nostra esistenza; ma anche gli individui singoli hanno un' influenza
anche se modesta sulla società in generale.
La
società non si identifica con lo Stato ( cioè l'istituzione
politica) o la nazione, che è composta da varie società più
piccole.
Ogni
società è diversa: per noi uomini questa differenza è data dalla
cultura, mentre per gli animali ciò è dato dalla diversità delle
specie. Non tutti gli animali però formano società. Quelli che le
formano lo fanno per sopravvivere e proteggersi, come nel caso dei
leoni.
È
importante dire che una società si costituisce se gli individui
occupano lo stesso territorio, se hanno una cultura comune e se si
sentono appartenenti allo stesso gruppo.
La società non è un aggregato casuale, le
interazioni non avvengono a casaccio in quanto esistono delle regole
ed esiste una struttura in cui le parti sono organizzate e correlate.
sabato 2 novembre 2013
6.LA CULTURA
La
cultura ha sostituito gli istinti nell'uomo durante il processo evolutivo. Comprende tutti i prodotti condivisi di una società e può
essere:
- Materiale (manufatti cioè oggetti, case, macchine…)
- Non materiale ( linguaggio, idee, le conoscenze scientifiche, le credenze religiose…)
Gli animali sono dotati di pelliccia, artigli, ali, capacità mimetiche o di altro per potersi adattare all'ambiente in cui vivono, sopravvivere, sfuggire ai predatori.
Gli uomini invece dispongono della cultura, che è tutto il bagaglio di conoscenze e tecniche elaborato e perfezionato nei secoli.
Solo grazie ad essa dominiamo e modifichiamo gli ambienti in cui viviamo.
Gli uomini invece dispongono della cultura, che è tutto il bagaglio di conoscenze e tecniche elaborato e perfezionato nei secoli.
Solo grazie ad essa dominiamo e modifichiamo gli ambienti in cui viviamo.
Le
norme, i tabù e gli shock culturali
Le
norme sono le regole della nostra società e possono essere:
- Usi: riguardano per lo più aspetti della vita quotidiana (cose che mangiamo/beviamo, modo di vestirsi…);
- Costumi : hanno un significato morale e legale (rispettare il prossimo, svolgere con coscienza il proprio lavoro, non rubare); spesso sono codificati in leggi, ma non è sempre così, ad esempio il divorzio può essere consentito dalle leggi, ma essere scoraggiato di fatto e considerato un'azione riprovevole. In genere chi trasgredisce viene punito
- Leggi: norme codificate e scritte.
I
tabù sono comportamenti giudicati disgustosi da una cultura
anche al solo pensiero ( ad esempio mangiare carne umana o
l'incesto). Possono essere anche animali ( il maiale per i popoli
arabi), luoghi ( un luogo sacro), persone ( i fuori casta in India) o
oggetti.
Gli
shock culturali sono reazioni di stupore o di forte impressione
(anche violenta) di fronte a dei comportamenti o a dei prodotti di
altre culture. Ad esempio le abitudini alimentari dei vari popoli
sono fonte di reazione piuttosto violenta, dato che alcuni mangiano
larve o animali di compagnia.
5.LE PRINCIPALI PROSPETTIVE SOCIOLOGICHE ATTUALI
Dai
grandi autori di opere sociologiche del passato ( Durkheim,
Marx, Weber)
si sono sviluppati degli orientamenti di ricerca molto diversi. I
sociologi, che si rifanno a una o all'altra prospettiva, analizzano e
studiano la società spiegandola con conclusioni spesso divergenti
Le
principali prospettive teoriche attuali sono:
- PROSPETTIVA FUNZIONALISTA ( da Durkheim): la società è formata come un organismo di parti collegate (capi, operai, studenti, insegnanti…). Afferma che la società tende a essere un sistema organizzato, stabile, integrato i cui membri hanno stessi valori di base, perciò le situazioni di divergenza o conflitto ( guerre, divorzi, terremoti, crisi..) sono momentanei.
- PROSPETTIVA DEL CONFLITTO ( da Marx): si creano conflitti tra i gruppi per vari interessi (le classi sociali sono in conflitto per potere e denaro, ma anche genitori contro figli, maschi contro femmine…). Non esiste un vero consenso generale, poiché chi ha il potere costringe gli altri ad adeguarsi. La gente è più unita al suo gruppo per i conflitti con altri gruppi. Inoltre è grazie ai conflitti che la società si evolve. Le disfunzioni sono definite come effetti necessari per il raggiungimento degli interessi di un gruppo.
- PROSPETTIVA INTERAZIONISTA ( da Weber): Studia l’interazione nella vita quotidiana e come gli individui interpretano le situazioni. Le principali strutture della società (stato, economia..) nascono dalle interazioni.
In
conclusione possiamo dire che nessuna di queste prospettive è
migliore dell’altra, poiché ognuna fornisce un contributo sui vari
interrogativi che riguardano il cambiamento sociale.
4.ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA
Nel
XIX secolo, nel contesto della Rivoluzione Industriale,
di fronte allo scompiglio e ai rapidi cambiamenti di valori, costumi
e metodo di lavoro si cercò di comprendere cosa stava accadendo.
Altri
fattori furono: i rapidi sviluppi delle altre scienze ( elettricità,
nuove energie, siderurgia) e il contatto costante e duraturo con
altre civiltà colonizzate.
Primi
sociologi
Auguste
Comte (1798-1857)
coniò il termine sociologia.
Secondo
Comte la sociologia avrebbe favorito il progresso, guidato l’umanità
- Studio della dinamica e statica sociale.
Herber
Spencer (1820-1903)
paragona la società a un organismo vivente, in cui le varie parti
sono interdipendenti e funzionano per la sopravvivenza della società
- Dalle forme più semplici, le società si evolvono in complesse
(Darwin applicato alla società)
-
teoria conservatrice: no alle riforme sociali, in quanto distorcono
il ”naturale” processo evolutivo.
Karl
Marx (1818-1883 )
ha avuto un' influenza immensa sulla storia e la cultura. Secondo
Marx dalla struttura economica deriva la sovrastruttura ideologica,
culturale, religiosa – la storia è la storia di lotta di classe,
non c'è un' armonia sociale; compito dello scienziato è cambiare il
mondo.
Emile
Durkheim (1857-1917)
si domanda come si stabilisce l’ordine sociale, il consenso, la
coesione sociale; risposta: grazie alle convinzioni e i valori (la
coscienza collettiva) e i rituali religiosi - la società moderna è
più differenziata dalle primitive, e la coscienza collettiva si è
indebolita (divisione sociale) – studio sul suicidio in modo
scientifico, critica di opinioni comuni sull’argomento, spiegandolo
come effetto della disintegrazione sociale.
Max
Weber (1864-1920)
ha avuto una grande influenza sulla sociologia; critica Marx: anche
fattori come la religione possono avere effetti sulla struttura
economica. – Elaborazione degli ideal-tipi: riconoscere ciò che è
tipico, essenziale nei fenomeni; critica del mondo capitalista:
mondo “disincantato”, mondo ordinato e organizzato, privo di
significati e valori tradizionali, finalizzato all’efficienza e al
profitto.
3.LA SOCIOLOGIA COME SCIENZA
La
scienza
utilizza l'analisi sistematica di dati verificabili per elaborare
generalizzazioni sull’ordine dei fenomeni allo scopo di:
analizzare
e spiegare i rapporti causa-effetto e di
predire,
date le stesse condizioni, cosa deve accadere.
Spesso
è in contrasto con il senso comune, propone sfide, contraddice
verità sacre, critica le sue stesse elaborazioni.
La
sociologia cerca di elaborare generalizzazioni e usa i metodi di
indagine delle altre scienze per arrivare a conclusioni esatte:
teorie,
analisi di dati, esperimenti, osservazioni. Inoltre utilizza metodi
specifici della disciplina come le inchieste.
La
sociologia è meno avanzata rispetto alle altre scienze,
è una
disciplina
relativamente recente, inoltre lo studio del comportamento umano
presenta difficoltà: il comportamento muta se osservato, gli
individui a volte non cooperano oppure mentono, spesso non è
possibile effettuare certi esperimenti per motivi etici, sono
moltissime cause in gioco nel comportamento.
2.LA SOCIOLOGIA COME SCIENZA
La scienza utilizza l'analisi sistematica di dati verificabili per elaborare generalizzazioni sull’ordine dei fenomeni allo scopo di:
analizzare e spiegare i rapporti causa-effetto e di
predire, date le stesse condizioni, cosa deve accadere.
Spesso è in contrasto con il senso comune, propone sfide, contraddice verità sacre, critica le sue stesse elaborazioni.
La sociologia cerca di elaborare generalizzazioni e usa i metodi di indagine delle altre scienze per arrivare a conclusioni esatte:teorie, analisi di dati, esperimenti, osservazioni. Inoltre utilizza metodi specifici della disciplina come le inchieste.
La sociologia è meno avanzata rispetto alle altre scienze, è una
disciplina relativamente recente, inoltre lo studio del comportamento umano presenta difficoltà: il comportamento muta se osservato, gli individui a volte non cooperano oppure mentono, spesso non è possibile effettuare certi esperimenti per motivi etici, sono moltissime cause in gioco nel comportamento.
1.LA SOCIOLOGIA: introduzione
Gli esseri umani si interrogano su se stessi: ad esempio: perché formiamo famiglie? Perché siamo diversi? Perché trasgrediamo? Perché c’è la guerra? Nei secoli ci sono state le varie risposte del senso comune, del mito, della religione.
Nell’ultimo secolo si è cercato una risposta scientifica per comprendere la società e l’agire umano.
La sociologia ha un oggetto molto vario e ampio, quindi risposte
ancora imperfette ai problemi sollevati.
La prospettiva sociologica ci spinge a guardare alla/e società
per interpretarla/e scoprire una razionalità, scoprire quanti punti diversi dal nostro esistono.
Premesse della sociologia:
L’uomo è un “animale sociale”, deve convivere con altri esseri umani per sopravvivere.
Il comportamento è influenzato dai gruppi di appartenenza e dall’interazione sociale tra i gruppi.
Abbiamo quindi lo studio del gruppo e delle interazioni, non dell’individuo isolato.
L’immaginazione sociologica ci permette di:
uscire dalla nostra ottica limitata dalle esperienze individuali nei nostri ambiti;
di guardare la società in generale;
di vedere il nesso tra eventi privati e sociali;
di capire che la vita sociale non consiste in una serie di eventi
casuali e che la vita sociale segue modelli.
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